TRIPPLUS_SUTRIO E IL FASCINO DELLA CARNIA

Proseguendo la nostra esplorazione alla ricerca di mete turistiche di “prossimità”, valida alternativa al turismo “massificato”, quest’anno conosciamo il borgo di Sutrio (Sudri in lingua locale), uno tra i più caratteristici e più antichi insediamenti della Carnia, la regione storico-geografica, prevalentemente montana, situata nella parte nord-occidentale dell’udinese, in Friuli. Non è infatti casuale la somiglianza del toponimo, di etimo incerto, con l’insediamento etrusco di Sutri, in territorio laziale. Questa località della Carnia oggi fa parte dei “Borghi Autentici d’Italia”, un’associazione che riunisce piccoli e medi comuni con l’obiettivo di riscoprire i borghi italiani quali luoghi da vivere, sostenere e preservare.

C’è un motivo in più per cui propongo questo comune montano: Sutrio, infatti, è stato ufficialmente scelto dalla Segreteria di Stato Vaticana per realizzare l’allestimento del presepe in piazza San Pietro per il Santo Natale 2022. Questo borgo, in lingua locale, è soprannominato il “paese dei falegnami”, perché l’attività economica più significativa è proprio la lavorazione del legno: vi sono presenti, infatti, non solo piccole industrie che producono mobili d’arredamento utilizzando il legname dei verdeggianti boschi della zona ma a Sutrio possiamo ancora trovare dei virtuosissimi artigiani che, maneggiando con grande maestria i loro strumenti, intagliano a mano realizzando delle autentiche sculture di legno. Alcuni di loro, con grande passione, hanno dato forma a tutti i personaggi, a grandezza naturale, che verranno collocati in Vaticano sotto l’obelisco e a fianco del monumentale albero natalizio.

Va ricordato che il legno carnico è particolarmente pregiato, tanto che le travi, in larice, di eccezionali proporzioni, che ornano i soffitti di Palazzo Farnese, dai Mirabilia Urbis soprannominato il “Dado dei Farnese” e annoverato tra le quattro “Meraviglie di Roma”, provengono dai boschi della Carnia. Quella della lavorazione del legno è poi una vocazione antica a Sutrio: in questo centro carnico, tra i primi luoghi abitati dell'alta valle del torrente Bût, un affluente del Tagliamento, ogni anno, il primo fine settimana di settembre, ha luogo la rassegna "Magia del legno", in cui è possibile ammirare ed acquistare gli articoli della produzione locale che comprendono mobili intagliati seguendo antichi decori, oggetti in legno per la casa, statue e bassorilievi. Durante le festività natalizie, il paese ospita inoltre la manifestazione "Borghi e Presepi", caratterizzata dall'esposizione, lungo le vie e nei cortili del borgo, di un’ottantina di scene della Natività, prevalentemente di legno, ma realizzate anche con altri materiali, e collocate en plein air nei cortili, sotto i portici delle caratteristiche case del centro storico del paese, nelle piazzette e lungo le stradine lastricate di pietra. I presepi esposti sono realizzati non solo da artigiani ed artisti, ma anche dagli stessi abitanti di Sutrio, che li espongono all’esterno delle proprie abitazioni, sui davanzali delle finestre, nelle nicchie dei muri. A Sutrio l’arte del presepe è in realtà una tradizione, tanto che una delle principali attrazioni turistiche del luogo è il “Presepe di Teno”, un grande plastico ligneo realizzato con sapienza artigianale e minuziosa pazienza, nel corso di ben trent’anni di lavoro, da Gaudenzio Straulino (1905-1988), detto “Teno”, un maestro artigiano del paese. Riproduce in miniatura gli usi e i costumi tradizionali del borgo, animati grazie ad una serie di perfetti ingranaggi meccanici, con l’alternarsi del giorno e della notte, le figure in movimento, l’acqua che scorre nei ruscelli.

Sutrio offre in ogni caso altre “perle” storico-artistiche, a cominciare dalla chiesa comparrocchiale dedicata a Sant’Ulderico, detto anche Ulrico o Uldarico (890 – 973), vescovo della città bavarese di Augusta (Augsburg), che domina il paese: venne costruita a metà del Settecento dall’architetto Domenico Schiavi, nativo di Tolmezzo, il capoluogo della Carnia, e consacrata nel 1791. Presenta un’insolita facciata in stile nordico tedesco, tripartita orizzontalmente, e fiancheggiata da due torri campanarie di cui una è rimasta incompiuta. All’interno, ad un’unica navata e cappelle laterali, nel coro si può trovare un ciclo di affreschi, tra cui si può ancora scorgere l’insolita scritta: “qui il pittore non ha terminato per essersi aggiaciata la malta e venirà a terminare”: venne eseguito nel 1789 dal pittore veneziano Pietro Antonio Novelli (1729-1804), con la collaborazione di suo figlio Francesco. L’artista, che fu inoltre un discreto clavicembalista e un poeta e che, in precedenza, soggiornò e lavorò anche a Roma, dove fu membro dell’Accademia dell’Arcadia con lo pseudonimo di Aristeno Parradiseo, nel frattempo rientrato nella terra natale e impegnato in diverse committenze, in realtà non torno più a Sutrio per completare l’opera.

Da visitare anche le due frazioni che, con gli originali toponimi di Peregula et Noiara, sono menzionate fin dal 1176 in un documento con cui papa Alessandro III dona queste terre al patriarca di Aquileia. A Priola – da non confondersi con l’omonimo comune piemontese e il cui nome ricorderebbe quello della contessa veneziana Priola, la quale, per colpe sentimentali, sarebbe stata relegata dalla famiglia in un castello della zona ma di cui non si hanno tracce – si può ammirare la piccola chiesa dell’Immacolata Concezione, risalente al XVIII secolo e con all’interno un pregevolissimo altare ligneo settecentesco di scuola locale. Merita una visita anche l’altra frazione Nojaris – in dialetto locale Nearies, dagli alberi di noce (neâr), abbondanti nei boschi della zona e in tutta la Carnia e celebrati anche da Giosuè Carducci nel componimento “Il comune rustico”, inserito nella raccolta poetica “Rime Nuove”. In questo piccolo centro abitato, dalle cui due sole antiche fontane in pietra sgorga un’acqua sorgiva freschissima, è possibile ammirare l’antica chiesetta di Sant’Orsola, una costruzione del secolo XVIII che ha inglobato elementi murari di edifici precedenti, dove sono invece ancora visibili alcuni lacerti di affreschi attribuiti alla cerchia friulana di Vitale da Bologna (1310–1360), noto come Vitale di Aimo de' Cavalli o Vitale degli Equi, uno dei più insigni pittori italiani del Trecento, di cui è peraltro conservata una tempera su tavola, nota come “Madonna dei Battuti”, nella Pinacoteca Vaticana.

Sutrio non offre solo arte e cultura ma anche natura e benessere: il paese, infatti, è dominato dalla mole del Monte Zoncolan (1750 m), una tra le più rinomate località turistiche dell’intero arco alpino, condivisa con i comuni di Ovaro e Ravascletto. In inverno ospita un esteso comprensorio sciistico con circa 30 km di piste apprezzate sia dagli sciatori che dagli amanti dello snowboard mentre in estate offre la possibilità di effettuare escursioni e passeggiate panoramiche con numerosi sentieri che permettono di raggiungere suggestive destinazioni, tra cui alcune malghe di alta quota per l’alpeggio montano, dove peraltro è possibile degustare ottimi prodotti caseari. Sul monte Zoncolan è molto praticato inoltre il ciclismo, sia a livello amatoriale che professionistico e, in particolare, a partire dal 2003, il monte è stato spesso sede di passaggi del Giro d'Italia, di cui è diventato una delle tappe più significative. Dall’abitato di Sutrio questo polo turistico è comodamente raggiungibile con una strada asfaltata a tornanti e con una pendenza limitata che sale a ridosso del paese e che conduce, verso la vetta, alla località di Zoncolan (dal 2009 istituita frazione) da cui prende nome l’intera montagna e dove si trova anche una deliziosa chiesetta lignea intitolata alla Vergine Maria.

Sutrio rappresenta pertanto la palese dimostrazione che l’Italia possiede una sconfinata ricchezza storica, artistica e naturalistica che va preservata, valorizzata e condivisa.