TRIPPLUS_RECENSIONE SULLA MOSTRA "OLTRE" (foto)

Oltre. In viaggio con cercatori, fuggitivi, pellegrini”. Si intitola così la mostra, ospitata fino a domenica 9 ottobre presso l'ex canonica, ora Casa delle Esposizioni, ad Illegio (www.illegio.it), borgo montano di 360 abitanti, frazione di Tolmezzo: un autentico piccolo scrigno di cultura, natura e fede, incastonato tra i monti della Carnia, in provincia di Udine. L'iniziativa, ad opera del Comitato di San Floriano, affronta il tema del viaggio come esperienza prettamente spirituale, prendendo spunto dall'anno giubilare.

Facciamo un viaggio in questa mostra che dei viaggi parla perché dei viaggi ha sempre parlato la migliore letteratura spirituale dell’umanità, la Sacra Scrittura, che racconta della fede come un viaggio. La mobilità interiore combacia con la vita spirituale; al contrario l’immobilismo interiore è l’esatto contrario della fede. Credere vuol dire mettersi in cammino.” Cosi ne ha sintetizzato l'intento il curatore, don Alessio Geretti. L'esposizione ripercorre Bibbia, mitologia greca e latina, letteratura cristiana medioevale e Divina Commedia, per raccontare con colpi di scena d’arte la storia sacra del viaggiare umano, ma ha un forte aggancio anche all'attualità di cronaca: tra le 38 giovani guide formate per l’occasione (la mostra si visita solo accompagnati) vi sono infatti anche due profughi, un afgano ed un pakistano.

Sono presenti quarantacinque dipinti dal Quattrocento al Novecento, provenienti da trenta collezioni d’Europa e suddivisi in undici sale e in cinque sezioni tematiche. Tra questi spiccano due autentici capolavori: una versione meno nota e incompiuta dell'Adorazione dei Magi, realizzata intorno all'anno 1500 da Sandro Filipepi detto Botticelli e conservata nella Galleria degli Uffizi di Firenze (come la più famosa in cui l'artista si è ritratto), e un pregevole olio su rame raffigurante La fuga in Egitto (1620 circa), attribuito con una certa attendibilità al pennello di Domenico Zampieri detto Domenichino e proveniente da Palazzo Barberini a Roma. Decisamente inedita poi La fuga di Enea da Troia (metà 1500 circa) del veronese Pietro Farinati, non solo per la tecnica pittorica, trattandosi di un non frequente olio su ardesia, ma per il curioso modo di firmarsi dell'artista che, da valente incisore, utilizza come marchio di fabbrica il disegno di una chiocciola, e soprattutto in quanto l'opera, proveniente dai depositi della Pinacoteca Nazionale di Siena, non veniva esposta al pubblico da una trentina di anni a causa del suo piuttosto critico stato di conservazione. Grazie agli organizzatori questa rarità ha potuto beneficiare di un intervento di restauro per poter essere nuovamente ammirata.